Il mito dell'alzheimer
Una singola e specifica malattia chiamata Alzheimer non esiste. Esiste piuttosto un processo dinamico di invecchiamento cerebrale che culmina negli inevitabili sintomi cognitivi dell'età avanzata, lungo traiettorie tanto diverse quanto lo sono le persone coinvolte. È questa la tesi da cui parte Peter White-house, uno dei massimi esperti mondiali di Alzheimer, per offrire una nuova chiave di lettura della diagnosi che riguarda 25 milioni di persone nel mondo. Una delle diagnosi più temute del nostro tempo, che equivale a una sentenza di totale e devastante perdita di sé. Un mito nato nel 1906, dall'osservazione del dottor Alois Alzheimer di un singolo caso clinico, che si è trasformato in un mostruoso giro d'affari che vale 100 miliardi di dollari l'anno. Un impero. Nella consapevolezza che «sapere è potere», Whitehouse ci riassume alcune nozioni basilari sul funzionamento del cervello, ci tratteggia le teorie più accreditate sulla malattia di Alzheimer, ci guida attraverso un complesso panorama di farmaci, terapie alternative, tecniche molecolari e genetiche per approdare a una miniera di consigli pratici su come valutare criticamente le notizie dei media, capire quando rivolgersi a uno specialista e intervenire sui fattori di rischio del decadimento cognitivo.