STRESS DA BAMBINI PICCOLI

Quando al rientro dalle vacanze s'incontrano i genitori al parco o nei luoghi deputati al divertimento dei bambini piccoli, molti di questi appaiono visibilmente provati e all'interno delle loro narrazioni emerge un quadro di forte, anzi fortissima stanchezza. Possiamo dare a questo vissuto il termine di "stress da bimbi piccoli".

Per chi non lo vive, non lo ha mai provato o è diventato nonno e si è dunque disempatizzato rispetto al tema, l'argomento potrà sembrare di scarso interesse o utilità; possiamo invece dire che più del 70% dei neogenitori (genitori con figli che hanno una fascia d'età inferiore ai 3 anni) ha provato o sperimenterà questa forma di stress.

Prima di mostrare i sintomi, pensiamo sia altrettanto utile prendere in rassegna le cause che portano a questa forma di stress e, prima di farlo, è bene sottolineare la differenza tra lo stress prodotto da un solo figlio piccolo e lo stress prodotto dalla convivenza di due o più figli, soprattutto se di età inferiore ai 3 anni. Ovviamente maggiore sarà il numero dei fratellini piccoli, maggiore sarà il carico di stress che graverà sui genitori.

Qualcuno potrà obiettare sostenendo che anche il temperamento dei bambini influisce sulla qualità della vita degli adulti e dunque anche sull'intensità dello stress vissuto dai genitori ma, nella realtà dei fatti, il problema non è insito tanto nel quadro caratteriale dei bimbi (che in parte può esercitare una qualche differenza), ma negli aspetti primitivi e narcisistici che governano la mente e il mondo dei più piccoli.

Per semplificare l'argomento, possiamo dire che più il bambino è piccolo, maggiore sarà il bisogno di attenzioni centrate su di sè, a partire dal soddisfacimento dei suoi bisogni primari, come alimentazione, igiene, gestione del sonno, sino ad arrivare alla cura del bisogno narcisistico che il piccolissimo ha nei confronti di un mondo che, soprattutto all'inizio, viene vissuto come rappresentato soltanto dalla figura materna, sulla quale appunto si catalizzano le principali richieste e dunque il maggiore carico di stress, cui si somma necessariamente la gestione ordinaria domestica e della famiglia. Anche se, come abbiamo sottolineato, la figura materna è quella maggiormente coinvolta dalle richieste egoiche prodotte dai piccoli, anche la figura paterna, quando ha una condotta collaborativa, sente su di sè la stanchezza fisica e psichica prodotta dalle richieste di diversa natura a cui i bimbi lo sottopongono.

Una giornata come la domenica, un pranzo, una cena diventano una vera e propria presa in carico di attività e richieste dai bambini verso i genitori.

Più nel dettaglio possiamo vedere quanto si evidenzi il divario tra la comunicazione e le energie dell'adulto rispetto a quelle del bambino ed oggigiorno tale divario, soprattutto per quanto concerne le energie fisiche, vista la tarda età in cui si diventa genitori, diventa sempre più ampio ed è proprio per questa ragione che troviamo alle 8 di sera genitori assonnati con a fianco bambini ancora pieni di energie, richieste e domande.

I sintomi più evidenti manifestati dagli adulti sono: problemi legati al sonno, instabilità dell'umore, perdità del sè (nello specifico die propri bisogni e spazi), difficoltà nella relazione di coppia (soprattutto quando la coppia ha vedute differenti circa il corretto stile educativo).

In questi casi è bene che la coppia di genitori non si vergogni nel chiedere aiuto a qualcuno che li possa supportare (nonni, zii, baby sitter o una coppia di amici), soprattutto nel caso in cui i figli siano più di uno. Purtroppo molti genitori che vivono questo tipo di stress, per paura di essere giudicati come incompetenti o 'cattivi genitori', preferiscono non chiedere supporto-aiuto a nessuno, incorrendo in questo modo, nell'altissimo rischio di trasformarsi, paradossalmente, in 'pessimi educatori', ad esempio scaricando sui figli forme di aggressività diretta o passiva.