IL PENE COME SIMBOLO DEL COMPLESSO D'INFERIORITA'

Salve sono un ragazzo di 23 anni e sono ancora vergine, ma nessuno lo sà.. è il mio più grande segreto. Non sono vergine per scelta, ma perchè nonostante varie storie "storielle" non sono mai riuscito ad arrivare al sodo non per colpa mia ma perchè non è capitato. Fino alle superiori avevo un discreto successo con le ragazze ma da un paio d'anni circa non riesco ad approcciarmi sessualmente con le ragazze , perchè anche se ci provo quando capito qualcuna che ci potrebbe stare quasi mi tiro indietro. Tutto ciò accade da quando un paio d'anni fà vedendo il pene del mio conquilino mi sono reso conto di non essere un super dotato, fino ad allora pensavo di essere nella norma ( misura 13 cm circa in erezione) . Ho sempre avuto un carattere forte e sono sempre stato il leader della situazione , ma da allora sia con le ragazze che nella socetà in generale risulto essere più debole; soprattutto in casa ( essendo uno studente universitario fuori sede divido l'appartamento con degli amici) che cmq anche non si è mai affrontata direttamente la discussione , ma sapendo d'avere un pene più grande del mio è come se non mi "temano" più o io non conti più come prima. Nessuno sà della mia verginità perchè cmq ho sempre raccontato , come si suol dire "storie da bar" , come solo noi maschi sappiamo fare ; e sia perche cmq fino a questo momento non mi erano mai mancate le ragazze , anche a livello di amicizia ho molte amiche soprattutto colleghe che mi vedono come un "maschione" anzi mi vedono come un "play boy" nel senso del vero maschio che non si fà problemi a fare sesso. In realtà sono un gran romanticone anche se con le ragazze faccio il duro , ed io mi sento di essere come un "grande bluuf" sia perchè sono poco dotato sia perchè sono vergine. Partendo dal presupposto che non sono un "catastrofista " e che fino ad ora non ho mai sentito il bisogno di raccontare tutto ciò a qualcuno, adesso vorrei il parere di un esperto , anche se sò che dipende da me e che dovrei rafforzare la mia autostima visto che prima non avevo di questi problemi. Un altra cosa da un 9 mesi circa quando faccio sogni erotici , non arrivo mai alla penetrazione , e non perchè nel sogno non ho l'erezione , ma perchè quando si arriva alla penetrazione o mi sveglio o nel sogno succede qualche altra cosa, come nella realtà praticamente, baci, toccatine , sesso orale ma di penetrare non se ne parla. è come se mi fossi bloccato o se avessi paura di far male o di non essere all altezza della situazione , tanto che per superare questo blocco ho pure pensato di andare con le prostitute. Comunque aspetto una vostra risposta grazie e buona serani

Caro lettore del nostro sito,

Il problema di cui lei parla è molto più frequente di quanto si possa pensare. Non è la prima persona che racconta di non avere mai avuto rapporti completi e di riuscire a mascherare perfettamente questa situazione. Anche se questo divario sta diminuendo sempre più, sembra che la verginità femminile, a livello psico-sociale, risulti essere maggiormente accettata a dispetto di quella maschile che viene interpretata come elemento anomalo e fonte di insuccesso.

E’ come se la persona vergine viva una sorta di ‘clandestinità sociale’ (in parte autoimposta ed in parte trasferita dai canoni della nostra società) e che questa condizione ‘nascosta’ la porti a vagare nell’insicurezza sino ad assumere la “maschera dell’opposto”. La maschera dell’opposto è ben rappresentata da ciò che lei descrive: “siccome sono come bloccato in questo aspetto della mia vita..mi comporto come se fosse il contrario..”. Attraverso questa modalità, la persona timida assume la maschera della persona coraggiosa ed impavida, la persona con poche esperienze veste i panni dell’uomo di mondo, e così via dicendo..

L’episodio legato al confronto tra le dimensioni del suo pene con quello del suo coinquilino è stato un episodio che, evidentemente, l’ha segnata.

Dalle sue parole sembra che da questo confronto lei abbia perso la sua potenza come uomo, come persona capace di lasciare un segno in quel territorio che sino ad allora sentiva riuscire a vivere con serenità e senza dubbi: il territorio del maschio sociale e relazionale.

In tutto questo emergono dei quadri sia di realtà, ma anche d’immaginario. La realtà è che, in effetti, il confronto c’è stato tra lei e questo inquilino, invece l’immaginario si rappresenta a lei come un mondo nel quale la potenza come persona si esprime attraverso gli organi genitali (cosa che, ovviamente, così non è) e che il maschio meglio dotato sia quello che ha più valore e possibilità dell’altro.

​Il suo sogno è molto interessante e simbolico al tempo stesso, ma in questa sede risulta difficile poterlo interpretare.