L'INSOPPORTABILE SOSPETTO CHE FA SCATENARE LA GELOSIA

Gentile dottore, sono una ragazza di 23 anni, fidanzata da 5 con un coetaneo. Il nostro è stato un amore a prima vista, bello e sincero. Ci capiamo al volo, abbiamo gli stessi interessi, gli stessi sogni e tra noi sincerità e fiducia non sono mai mancate. Un mese fa però arriva la botta: lui si è invaghito di una collega, una che non conosco. Mi mente, poi mi racconta la verità, mi confessa la sua debolezza, il suo invaghimento e si aspetta che io superi la cosa senza conseguenze. Ne parliamo a lungo, io ci penso e decido di dargli un'altra possibilità (anche se il dolore per le sue bugie è assoluto). Da allora però il peggio è arrivato. Entro di nascosto dalla sua mail, gli leggo gli sms di continuo e quando non posso farlo penso che mi nasconda di certo qualcosa. Ho il terrore di non sapere dove lui sia, ho sempre la sensazione che mi stia mentendo e che mi nasconda qualcosa, non sopporto l'idea che veda questa collega o che la senta. A tutto questo si aggiunge che di notte dormo poco e male, che mangio a malapena e che soffro spesso di tachicardia e dolori di stomaco solo a nominare questa collega. Credo di essere affetta da una forma patologica di gelosia, forse la cosiddetta "sindrome di Otello".
Lettera firmata

LO PSICOLOGO RISPONDE

Gentile lettrice,
mi permetta di esprimerle tutta la mia più piena e totale comprensione.
Quello che lei sta vivendo rappresenta una delle più grandi difficoltà contenute all’interno dei rapporti di coppia: subire l’invaghimento da parte di uno dei due fidanzati verso un’altra persona (come è avvenuto nel suo caso una collega).
Possiamo dire che ad un iniziale senso di stupore, che delle volte può rasentare, se possiamo usare una spiacevole metafora “la fine del mondo”, si va ad accompagnare un profondo senso di insicurezza che può portarci a pensare, dire o mettere in atto comportamenti che prima d’allora, quasi o del tutto, non ci appartenevano.

Possiamo dire che, come nel suo caso, alcuni eventi possano funzionare come un detonatore che porta alla luce una parte di noi che, sino a quel momento, non pensavamo esistesse. Dal suo racconto emerge che lei ha saputo di questo interessamento per la collega, non perché il suo fidanzato glielo abbia voluto verbalizzare, ma perché lo ha scoperto. Il fatto di averlo “scoperto” in realtà, psicologicamente, potrebbe aver contribuito ad aumentare il senso d’insicurezza che lei lamenta. Inoltre, anche sapere che questa ragazza per motivi lavorativi si trova a contatto con il suo attuale compagno potrebbe non facilitarla nel tornare ad essere una persona più forte. Passando, invece, ai sintomi che lei presenta nella lettera, possiamo ipotizzare che l’angoscia nel non sapere dove egli si trovi, il rifiuto del cibo, la difficoltà nel dormire, l’ansia e le tensioni muscolari nella zona dello stomaco rappresentino un modo per dare sfogo a questa ferita. Evidentemente il suo corpo e la sua psiche le vogliono comunicare qualcosa, ad esempio che ciò che lei ha fatto per risolvere questa difficoltà non è sufficiente.
Per perdonare qualcuno è importante prima porsi una serie di domande: chiedersi se ci siamo perdonati noi in prima persona, se viviamo un senso di colpa per quanto è successo, se siamo realmente disposti e capaci di volere continuare o se perdoniamo per la paura di rimanere soli.

Staff Psicologo Porta Romana