PSICOLOGIA DELL'AGGRESSIVITA' TRA I SESSI
Leggendo i giornali e più in generale seguendo le notizie riportate dai mezzi d’informazione, non si può non notare la costante minore incidenza della delittuosità femminile rispetto a quella maschile. Mentre per quanto concerne i reati contro il patrimonio la presenza del sesso femminile tende leggermente ad aumentare, per quanto riguarda compiere atti lesivi verso l’altro (es. atti di aggressività fisica), il genere maschile mantiene da sempre un triste primato. Per cercare di spiegare il perché di questa differenza legata alla criminalità tra i sessi possiamo utilizzare due diversi tipi di interpretazioni: quella più prettamente psicologica ed una spiegazione che si basa sulle differenze biologiche tra uomo e donna.
Da un punto di vista psicologico possiamo dire che, al contrario dell’uomo, le donne tendano a rivolgere verso se stesse i conflitti e le angosce che sentono e le circondano.
In questo modo, il sesso femminile tenderebbe ad introiettare le proprie conflittualità. Attraverso tale meccanismo, cioè quello che porterebbe la donna ad indirizzare verso di sé il problema, il genere femminile svilupperà più facilmente reazioni di tipo emotivo con sintomi depressivi.
Al contrario, il maschio sarebbe maggiormente incline ad agire verso l’esterno le proprie conflittualità, con la conseguenza che altri individui diverranno i “destinatari” di queste energie negative. Oltre a tutto questo, mentre le donne verrebbero educate alla passività ed alla sottomissione, i maschi verrebbero formati alla competitività ed al confronto con l’altro.
Anche le teorie biologiche parlano di maggiore aggressività agita verso l’altro da parte del genere maschile. La donna sarebbe meno portata verso certi reati per la minore presenza dell’ormone maschile (testosterone). Molti autori ritengono che questo ormone, presente anche nella donna, ma in quantità minore, sia correlato ai comportamenti aggressivi.
Redazione S.P.P.R
(Psicologo Porta Romana-Milano)