FARMACOFOBIA O IPOCONDRIA?

Gentili Dottori vi scrivo perchè la mia ragazza, con la quale sto insieme da tre anni, dice che secondo lei io ho un problema psicologico chiamato FARMACOFOBIA. Onestamente non conoscevo questo termine che non faccio fatica a capire cosa significhi, mi sembrerebbe la paura delle medicine. Premetto che io sono stato da uno psicologo per 2 anni quando avevo 26 anni perché avevo paura di ammalarmi spesso, controllavo la febbre, stavo attento a dare le mani per non prendere virus. Avevo spesso paura di ammalarmi di tumore, infatti comparavo molti libri di medicina, leggevo tanti siti internet. Il punto del problema è che qualche mese fa mi sono ammalato di una banale influenza che non guariva e non volevo andare dal Dottore perché sapevo mi avrebbe prescritto il solito antibiotico che so alla lunga fare male, ai reni soprattutto, dunque mi sono trascinato il problema ed il problemino è diventato una bronchite batterica aggressivissima che ho impiegato 1 mese e mezzo a sconfiggere. Premetto che dopo 3 settimane sono andato dal dottore che mi ha prescritto l’antibiotico, ma devo ammettere che forse era utile.

Gentilissimo lettore,
grazie molte per l’interessante spunto che ci offre in quanto il suo scritto fornisce a tutti i lettori di riflettere su una tematica importante per la psicoterapia e per la psicologia in generale: la psicologia della salute.

Proprio all’interno di questa branca vengono presi in esame la stretta relazione tra fattori psicologici e fattori biologici, oltre a quelli sociali.

Tra i vari aspetti vengono presi in esami i legami tra gli ‘stili personologici’ e la/le modalità attraverso la quale/le quali il soggetto usa interpretare e rapportarsi con il tema malattia, su un piano generale e sociale, e con il tema malattia nel momento in cui egli stesso diventa protagonista di ‘un tale evento, come nel suo caso.

Ovviamente, dopo aver letto la sua lettera, non possiamo non esprimere la nostra felicità nel sapere che, finalmente, lei ora sia guarito, d’altro canto non possiamo non spezzare una lancia sia in favore degli amici medici, sia in favore dei farmaci.

E’ vero che spesso si abusa dei farmaci, dunque andrebbero usati con cautela, rispettando tempi, prescrizioni e posologia che il nostro medico curante ci fornisce, evitando quello che oggi è un elemento dilagante, ovvero ‘il fai date’, però non dimentichiamoci mai che, spesso, essi sono fondamentali ed il suo caso è emblematico.

Lei prima, giustamente, prova a vedere se il problema, che in apparenza sembra una ‘banale’ influenza’, rientra da sola, ma dopo qualche giorno, nel momento in cui si è accorto che la cosa non migliorava avrebbe dovuto rivolgersi al professionista della salute, ovvero il medico.

E’ proprio in questa finestra temporale di latenza nel rivolgersi al medico che si rileva il suo problema psicologico.

In realtà il termine ‘farmacofobia’ è un po’ forviante in quanto lascia intendere vi sia una distanza siderale rispetto al disturbo da ipocondria, ma non è cosi ed ora aiutiamo sia lei che la sua fidanzata, oltre ai nostri lettori, a capire meglio.
Nella farmacofobia è incluso l’evitamento, che può arrivare a vera e propria angoscia e terrore, nell’utilizzo dei farmaci, ovvero prodotti di sintesi utilizzati per aiutarci a guarire dalle malattie, nell’ipocondria il soggetto ha paura di ammalarsi così tanto da trasformare alcuni segnali del corpo in segnali di malattie gravissime, mortali.

Dove sta l’errore?

L’errore sta nel pensare che un farmacofobico ed un ipocondriaco siano due soggetti con disturbi opposti, uno a paura dei farmaci, l’altro delle malattie. Questa distinzione ‘manichea’ porterebbe a sostenere che un soggetto che è terrorizzato dalle malattie, ipocondriaco, prenderebbe tutti i farmaci del mondo piuttosto di stare bene, invece non può essere esattamente il contrario, ed il suo caso lo esemplifica, infatti lei, in passato dice di avere sofferto d’ipocondria e qualche mese fa aveva un forte timore di prendere l’antibiotico.

La spiegazione è che la sua paura dei farmaci è il prodotto della paura primaria, ovvero quella di ammalarsi.

La nostra esperienza clinica ci dice che spesso l’ipocondriaco ha paura anche dei farmaci proprio perchè egli teme fortemente essere all’interno della categoria di quei soggetti che ‘Svilupperanno gli effetti collaterali dei farmaci’, se non addirittura ‘quelli rari’.

Non a caso l’ipocondriaco legge spesso la parte sugli effetti collaterali del farmaco e ne resta fortemente colpito.

In ultima analisi possiamo concludere dicendo che il farmacofobico spesso è anche un ipocondriaco, infatti non prende i farmaci per la stessa paura per cui è ipocondriaco, ovvero la paura di ‘ammalarsi’ a causa del farmaco stesso.

Sperando di esserle stati d’aiuto la salutiamo cordialmente.

Studio-Psicologico-Porta Romana-Milano