"FREDDEZZA" AFFETTIVA E IMITAZIONE

Mi presento, sono Paolo, ho 47 anni, vengo da Venezia, lavoro nel commercio e da pochissimo tempo sono stato lasciato dalla ragazza con cui convivevo da 3 anni. Mi sento sempre stanco, triste, mangio poco, ogni tanto eccedo con l’alcol e le sigarette.
A questo punto della mia vita mi sto cominciando a domandare cosa non vada in me. Non riesco ad avere una relazione stabile, non sono mai riuscito a farmi una famiglia. Un tempo avevo anche pensato di avere dei figli, ma poi per qualche ragione non mi sentivo mi pronto, quindi le mie precedenti compagne, che invece di figli ne volevano… dopo un po’ si stancavano e mi lasciavano. In realtà sono quasi sempre stato lasciato io. Venivo accusato di essere freddo, troppo distaccato, troppo orientato su di me, sui miei interessi, sulla fortissima passione che ho sempre avuto per il calcio. Qualche anno fa sono andato per sei mesi da uno psicologo ed era emerso che i miei genitori, mia madre soprattutto erano poco affettuosi tra loro ed anche con me. Questo psicologo diceva che questo aspetto poteva centrare con il mio problema, ma non so se sia vero.


Caro Paolo,
non è affatto facile rimettere insieme i pezzi del puzzle della propria vita quando ci stiamo rendendo conto che da un po’ di tempo, anzi, forse, da troppo tempo, qualcosa non va come auspicavamo potesse/dovesse andare.

Entrare in contatto, piano, piano, negli anni, con l'idea che qualcosa nelle relazioni affettive, e più nello specifico in noi, non ci permette di sentirci appagati e ‘funzionanti’ come desideriamo è tema di bassa autostima, di bassa energia interiore, dunque promotore di un sentimento di tristezza e frustrazione al tempo stesso.

Concordiamo pienamente con il collega, da cui è stato in passato, circa una possibile relazione tra la sua ‘problematica affettiva sentimentale’ ed i suoi genitori, infatti, spesso vivere all’interno di un modello familiare ‘a bassa affettività genitoriale’ può avere forti ripercussioni sullo sviluppo relazionale dei figli, in questo caso in lei.

Quando un bambino entra in contatto con approcci genitoriali in cui il calore umano è basso o addirittura assente possiamo avere due reazioni paradossalmente molto differenti:

1) possiamo lavorare per COMPENSAZIONE, ovvero cercare, una volta adulti, di compensare, all’interno della relazione con le nostre future compagne, quella mancanza d’affetto, cercandone in eccesso e diventando, in questo modo, eccessivamente richiedenti d’amore, quasi bulimici d’amore., fino a sfociare in forme di dipendenze affettivo-relazionali clinicamente significative.

2) lavorare per IMITAZIONE, cioè rispecchiare, quasi fedelmente, quel modello ‘anaffettivo’ appreso durante gli anni, dunque attivare dei comportamenti di ‘evitamento affettivo’ (l’opposto della dipendenza).
Dal suo racconto sembrerebbe che lei rientri nel secondo modello, quello per IMITAZIONE, e qui si spiegherebbe meglio il perché lei attivi un comportamento freddo e distaccato, oltre al fatto che non si è mai sentito pronto per la genitorialità.

Si ricordi che è sempre possibile rimediare e ricominciare Paolo!

Studio-Psicologo-Porta Romana-Milano