GESTIRE UN TRASFERIMENTO LAVORATIVO NON CONDIVISO NELLA COPPIA


Salve 
Sono fidanzato da sette anni. Sono di Caserta e per motivi di lavoro l'anno scorso, sono stato costretto a trasferirmi a Roma. La mia fidanzata non ha mai accettato questa mia scelta poichè sostiene che non sia sta presa in maniera condivisa, anche se più volte le ho spiegato che in realtà da condividere c'era ben poco, visto che la scelta era tra lavorare a Roma o fare il disoccupato a Caserta. Lei è sempre stata abbastanza gelosa e io per tranquillizzarla, visto che a suo dire Roma non era una scelta presa in condivisione,  prima di partire le dissi che andavo a Roma solo per lavorare e che non avrei fatto uscite (intendendo che non avrei fatto vita mondana),  impegnandomi a tornare a casa per lei tutti i venerdì per trascorrere insieme tutti i fine settimana. Il problema si è palesato una volta a Roma, con lei che minaccia di lasciarmi se inizio a fare cose che non le vanno bene. Ora posso sforzarmi di capire la cena con i colleghi e la festa aziendale di fine anno (poiché magari le può dar fastidio la presenza femminile), ma addirittura è arrivata a rinfacciarmi il fatto che ogni martedì mi sto organizzando per giocare a calcio con i colleghi, sostenendo che devo mantenere la promessa fatta (cioè non uscire) e che il calcio è una scusa per crearmi una comitiva a Roma e fare i miei comodi. Io è poco più di un anno che sono a Roma e mi sono comportato sempre in maniera impeccabile, cercando di evitare tutte le situazioni che le danno fastidio, ma il calcio nooo. Amo molto la mia fidanzata ma in quest'ultimo anno siamo stati più tempo a discutere che pacificamente insieme. Le discussioni avvengono sempre per lo stesso motivo: per lei a Roma io devo solo lavorare se faccio altro, qualsiasi cosa (come il calcio), litighiamo, sostenendo che non ho rispetto per lei poiché sto a Roma a fare i comodi miei. Vorrei puntualizzare che in poco più di un anno a Roma sarò uscito dopo lavoro un 7-8 volte e tutte, o per giocare a calcio, o per vedere partite di calcio con colleghi uomini. Cosa posso fare in una situazione del genere per evitare questi futili litigi? Sono io che sbaglio qualcosa?vi ringrazio anticipatamente.
cordialmente 
L.

LO PSICOLOGO RISPONDE

Gentile L.,
il suo scritto rivela come le difficoltà della vita possano influenzare diversi aspetti tra i quali i rapporti di coppia. E’ poco confortante prendere atto che ci si debba allontanare dalla propria compagna perché la propria città non ci permette di poterci realizzare in quelli che possono essere i campi di nostro interesse. Dal suo racconto sembra che non ci fossero molte alternative da vagliare e che l’unico modo per poter avere un lavoro soddisfacente fosse quello di trasferirsi a Roma, decisione non accettata di buon grado dalla sua fidanzata.
Quando una decisione importante, come un trasferimento lavorativo, comporta delle ripercussioni sulla vita affettiva è molto importante che questo passaggio venga condiviso ed elaborato ampiamente proprio all’interno della coppia, attraverso uno scambio comunicativo che consenta ai due innamorati di condividere le paure, le perplessità e le difficoltà che una scelta del genere implica.
Forse, se dovessimo cercare un “errore” in questa fase, a monte del trasferimento, potremmo trovarlo nella “promessa” che è stata fatta, in cui lei si è impegnato a “non vivere” al di fuori dei suoi impegni lavorativi, per cercare di sedare la gelosia e le paure della sua fidanzata. Questo tipo di atteggiamento e questo stile di vita non solo genererebbero negatività nell’esperienza di vita che sta vivendo, ma non metterebbero di per sé al riparo la sua fidanzata dalla ricerca di possibili relazioni o tradimenti (paura che, forse, la sua fidanzata esprime chiedendole di “non avere vita sociale”) .
Come lei accenna, è infatti il suo atteggiamento mentale e il suo comportamento corretto e fedele all’amore per la sua fidanzata a costituire la base del legame che ha con la sua compagna, indipendentemente dalle occasioni sociali che possono costruirsi anche all’interno dell’ambiente lavorativo e non necessariamente solo all’esterno. Sarebbe opportuno che la sua fidanzata potesse lavorare psicologicamente su questa sua incapacità di fidarsi del suo compagno, prendendo atto che i continui litigi e le ripetute discussioni per questa ragione, cui lei accenna, sono probabilmente più pericolosi per il benessere della coppia che non una partita di calcio condivisa con degli amici.
Se in cuor suo lei nutre amore, rispetto e fiducia nella sua compagna, cerchi di parlare serenamente di quello che sta provando in questa situazione e, se avete un buon dialogo, forse riuscirete ad avvicinarvi reciprocamente nelle vostre legittime difficoltà. Se, invece, le paure prevalessero sulla razionalità converrebbe riflettere su come potere costruire basi più solide tra voi due. Così facendo riuscireste a gestire molto meglio il problema della distanza.
Un caro saluto.

Staff Psicologo Porta Romana