UNA FATICOSA UNIVERSITA' O UNA SCELTA FATICOSA?

Gentile Dottore mi chiamo E.,  ho 23 anni e frequento il secondo anno fuori corso della facoltà di Economia e Commercio. Comincio con il dire che in realtà avrò frequentato al massimo cinque lezioni da quando è cominciato l’anno accademico. Prima di questa facoltà mi ero iscritta ad Archeologia e l’anno prima ancora  a  Giurisprudenza. In tutto, sommando tutte e tre le facoltà avrò dato cinque esami. Mi rendo perfettamente conto che c’è qualcosa che non va, non so proprio che pesci prendere, tutti mi dicono di lasciare perdere, mi dicono che non sono portata per l’università. Inoltre per preparare gli esami ci metto davvero molto tempo, sono incostante, non riesco a studiare in biblioteca e faccio fatica a memorizzare i concetti. Il problema è che non potrei dare una tale delusione  a mio padre, cioè non mi sento di abbondare l’università e di mettermi a lavorare. Lui tiene molto al fatto che io studi, vorrebbe vedermi laureata, affermata e soddisfatta degli sforzi. Io in parte condivido quello che mi chiede, dall’altra parte non so se io ho un problema nel metodo di studio o se è semplicemente il fatto che non sono portata. Chiedo a lei, cosa si può fare per rispondere a queste domande.

LO PSICOLOGO RISPONDE

Cara E.,
Mi rendo conto quanto sia difficile studiare, molti pensano che sia una scelta di comodo dettata dalla semplice voglia di non lavorare. Questo argomento chiama in causa molti giovani.
Spesso lo studio può creare momenti di ansia, stress e difficoltà interiori proprio dettate dal fatto che il raggiungimento della boa sembra sempre lontano. Inoltre, a volte non è facile avere le idee chiare su quale sia il percorso migliore per noi stessi, per le nostre attitudini e convinzioni. Se poi ci si mette anche la difficoltà del non volere deludere i nostri genitori, la frittata è fatta. Voglio subito rassicurarti dicendoti che non esistono persone incapaci di studiare. Tutti, se stimolati nel giusto modo, possono farcela: pensa che, sin da quando si nasce, siamo abituati all’apprendimento. Ricordati che apprendere rappresenta il meccanismo cardine dello studio, anzi lo studio è apprendimento. Quindi, cara E., sei capacissima di farlo, forse potresti migliorare nel metodo, cercare strategie per accrescere le tue performance; se hai bisogno, esistono libri che parlano di vari metodi quali le mnemotecniche. Forse nel tuo caso converrebbe che tu valutassi la motivazione che ti spinge verso lo studio.
Senza una spinta motivazionale la barca non si muove, senza una giusta motivazione le zavorre diventano più pesanti, senza la giusta energia ci si sente come nelle sabbie mobili ed un genitore può non essere sempre il giusto punto su cui aggrapparsi. Un genitore, “accecato” dal bene, può caricare molto dei propri sogni e desideri la scelta del proprio figlio.
Cerca di capire se hai voglia di studiare, poi capire dove indirizzare i tuoi studi ed, in fine, prova a chiudere gli occhi ed immaginare che vita professionale desideri per te. Chi scala una montagna e fa fatica, lo fa perché la ama.

Staff Psicologo Porta Romana